Di fronte al Colosseo, simbolo eterno della grandezza romana, si erge una squadra altrettanto simbolica: l’Associazione Sportiva Roma. Ma chi fu l’uomo che, nel lontano 1927, decise di fondare questa squadra, riunendo le forze calcistiche della Capitale? Il suo nome è Italo Foschi, una figura complessa e affascinante, la cui storia è indissolubilmente legata alla nascita e alla crescita del calcio a Roma.
Le origini di Italo Foschi
Italo Foschi nacque a Corropoli, in Abruzzo, nel 1884, e fin da giovane dimostrò una forte propensione al mondo dello sport, ma anche un’attenzione alla politica e al contesto sociale. Uomo energico, cresciuto in un’Italia ancora in evoluzione, Foschi studiò per diventare giornalista e dirigente sportivo, con un profondo interesse per l’organizzazione sportiva come forma di aggregazione sociale. Questa passione si riverserà nel suo impegno successivo nel mondo calcistico, e in particolare nella nascita di una squadra che rappresentasse l’unità della città di Roma.
La sua giovinezza fu profondamente influenzata dal contesto storico dell’Italia del primo Novecento: un paese in trasformazione, ancora giovane nella sua unificazione politica, e che cercava di trovare anche attraverso lo sport una coesione identitaria. In questo scenario, Foschi vedeva lo sport, e in particolare il calcio, come uno strumento per unire, entusiasmare e creare un’identità collettiva.
La passione per lo sport e la visione di una squadra capitale
Negli anni ’20, il calcio italiano stava crescendo in popolarità. A Milano, Torino e Genova esistevano già squadre di prestigio come Milan, Inter, Juventus e Genoa. Roma, capitale d’Italia, non aveva una squadra che potesse competere a livello nazionale. La città ospitava club più piccoli e locali, come l’Alba-Audace, la Fortitudo e il Roman, ma mancava una squadra unificata che potesse rappresentare la città nella sua totalità.
Italo Foschi comprese questa esigenza e decise di affrontarla. La sua idea era creare un’unica squadra che potesse riunire tutti i tifosi romani e dare alla città una presenza nel calcio italiano in grado di confrontarsi con le grandi del nord. Foschi era un uomo pragmatico, ma anche un sognatore, capace di immaginare una squadra che portasse l’orgoglio della Città Eterna sui campi di tutta Italia. Era convinto che una squadra unificata avrebbe attratto più appassionati e sponsor, e permesso alla Capitale di farsi notare anche nel calcio.
La fondazione dell’A.S. Roma e le difficoltà iniziali
Nel 1927, Italo Foschi riuscì finalmente a realizzare il suo sogno: l’Associazione Sportiva Roma venne fondata il 22 luglio. Il progetto di Foschi non fu semplice da attuare. Fusione e unificazione di club significava anche scontrarsi con interessi diversi e resistenze interne. Alba-Audace, Fortitudo e Roman accettarono l’idea, mentre la Lazio, un club già presente nella capitale, si oppose alla fusione, scelta che determinò la rivalità storica tra le due squadre romane. Tuttavia, nonostante le difficoltà iniziali, la fusione ebbe successo e la Roma iniziò il suo percorso nei campionati nazionali con il supporto di Foschi, che assunse anche il ruolo di primo presidente del club.
Foschi si impegnò a fondo per rendere la Roma competitiva sin dall’inizio. Sapeva che non sarebbe bastato formare una squadra unita, ma serviva anche costruire un’identità forte, capace di legare tifosi e città. Per questo motivo, decise di scegliere colori e simboli che fossero rappresentativi della grandezza storica di Roma. La maglia giallorossa richiamava i colori della città e dell’impero romano, e divenne rapidamente un emblema di orgoglio per i tifosi.
La costruzione dell’identità romana
Uno dei meriti di Italo Foschi è stato quello di aver saputo dare alla squadra una forte connotazione identitaria. Roma, una città unica per storia, cultura e bellezza, meritava secondo Foschi una squadra che rispecchiasse questa unicità. Anche nella scelta del nome “Associazione Sportiva Roma” è possibile vedere la volontà di Foschi di creare un legame indissolubile con la città. Non era solo una squadra di calcio, ma un simbolo per i romani. In questo senso, la Roma non rappresentava solo un insieme di calciatori o un’organizzazione sportiva, ma incarnava un sentimento di appartenenza alla città e alla sua storia.
Durante la presidenza di Foschi, la Roma ebbe un avvio promettente, e la sua popolarità crebbe rapidamente tra i cittadini romani. Iniziarono a vedersi i primi segnali di un seguito di tifosi appassionati che non solo supportavano la squadra, ma vedevano in essa una sorta di riscatto per la città, che fino a quel momento non aveva avuto una presenza calcistica paragonabile a quella delle città del Nord Italia. La visione di Foschi era quindi una visione di orgoglio cittadino, che portava la Roma a distinguersi anche per l’attaccamento dei tifosi.
Il legame con il fascismo e le controversie
La figura di Italo Foschi è anche complessa e controversa per il suo legame con il regime fascista. Foschi era un fervente sostenitore del fascismo e collaborava attivamente con il governo di Benito Mussolini, che vedeva lo sport come uno strumento di propaganda e controllo sociale. La fondazione della Roma avvenne anche in un contesto in cui il regime incoraggiava la creazione di squadre forti nelle città principali per consolidare il consenso e promuovere l’immagine dell’Italia come una nazione vigorosa e competitiva. In questo senso, Foschi non solo rappresentava lo spirito imprenditoriale del tempo, ma era anche in sintonia con la visione del fascismo di utilizzare lo sport come mezzo di unificazione e controllo.
Le controversie legate a questa associazione con il fascismo non hanno intaccato completamente la sua eredità nel mondo calcistico, ma sollevano domande su come le sue motivazioni possano essere state influenzate dalle politiche di quel tempo. Il regime fascista, infatti, appoggiava l’idea di squadre che potessero rappresentare le città italiane, per promuovere l’orgoglio nazionale. Questo sostegno permise alla Roma di crescere in risorse e infrastrutture, facilitando il consolidamento della squadra. Nonostante ciò, Foschi e la sua eredità calcistica sono spesso analizzati anche alla luce di questo legame complesso con il regime fascista, che non può essere ignorato, ma che rappresenta un aspetto controverso della sua figura.
L’addio alla presidenza e il lascito di Foschi
Nel 1929, Foschi decise di abbandonare la presidenza della Roma per dedicarsi ad altri incarichi e alla politica, rimanendo comunque una figura influente per il club e i tifosi. Dopo la sua partenza, la Roma continuò a crescere come squadra e come realtà sportiva, portando avanti il sogno del suo fondatore. Italo Foschi, sebbene non più in prima linea, rimase nel cuore dei tifosi giallorossi come l’uomo che aveva avuto il coraggio e la visione di creare una squadra per Roma, una squadra che incarnava l’orgoglio e l’identità di una città millenaria.
L’eredità di Italo Foschi non si esaurisce solo nella fondazione della Roma, ma si estende all’identità che questa squadra ha saputo creare nel tempo. L’Associazione Sportiva Roma, infatti, ha continuato a rappresentare il senso di appartenenza alla città, il legame con la storia e la tradizione. La sua visione di un calcio che non fosse solo competizione, ma anche cultura e tradizione, è rimasta uno dei pilastri dell’identità romanista.
Italo Foschi nel cuore dei tifosi
Oggi, a distanza di quasi un secolo, la figura di Italo Foschi è ricordata con affetto e rispetto dai tifosi romanisti. Nonostante le ombre legate alla sua vicinanza al regime fascista, la sua importanza per la storia del club è indiscutibile. Italo Foschi è stato l’uomo che ha dato il via a una delle realtà calcistiche più iconiche d’Italia, capace di unire generazioni di tifosi sotto gli stessi colori e di ispirare amore e passione in tutta Roma.
Per i tifosi, la Roma è più di una squadra: è un modo di essere, un simbolo di appartenenza a una storia millenaria, a una città e a una tradizione. Foschi, con la sua tenacia e la sua visione, ha dato vita a questo simbolo, e la sua figura rimane nel cuore dei tifosi come l’uomo che ha permesso loro di sognare in grande.